Andiamo a scoprire, con l'ausilio dell'esperta, se la fesa di tacchino è davvero così salutare come dicono: l'approfondimento curato da Prevenzione a Tavola scoraggia un uso massiccio e prolungato: il perché viene svelato dall'etichetta. Tutti i dettagli.
Chi tra di noi non ha mai mangiato la fesa di tacchino. È tra gli insaccati più conosciuti e famosi, sia per il suo apporto calorico ridotto che per la freschezza nonché la praticità d'uso. Da mangiare a fette o per condire il pane, è l'alleato più apprezzato nelle diete. Ma cosa svela l'etichetta? Ecco secondo l'esperta di Prevenzione a Tavola perché dovresti centellinarne l'uso.
L'etichetta della fesa di tacchino svela un particolare: ecco di cosa si tratta
"Un pranzo veloce e salutare, parliamo dell'affettato di tacchino". Si apre così il contenuto video postato sui social da Prevenzione in Tavola, canale che offre uno spaccato sulle abitudini alimentari e fornisce uno strumento alleato per migliorare il benessere passando proprio da un uso consapevole dei cibi. In particolare in estate, dove spesso si fa meno attenzione a ciò che si mangia.
Visualizza questo post su Instagram
Il focus di oggi passa in rassegna la fesa di tacchino: ecco cosa dice l'esperta a riguardo. Già, perché questo alimento non è proprio così salutare come vogliono farlo passare parecchi nutrizionisti. "La fesa di tacchino così come gli altri insaccati e le carni lavorate contiene nitrati e nitriti", spiega l'esperta.
Conservanti che, di per sé, non sono pericolosi. Ma questi, dal nostro metabolismo, vengono convertiti in nitrosammine. Che, come spiega l'esperta, sono "Composti potenzialmente cancerogeni". Inoltre: "Un consumo eccessivo prolungato di questi composti porta a un aumento del rischio di tumore all'esofago e allo stomaco", precisa la dottoressa Giulia Capone, voce narrante ed esperta protagonista del contenuto.
Attenzione all'eccesso di sale
Inoltre, come è possibile vedere dalla lista degli ingredienti, sono contenuti molti aromi e di tacchino troviamo solo una percentuale prossima al 75%. "Citiamo poi anche il sale", precisa la professionista. Già, perché secondo l'organizzazione mondiale della sanità non si dovrebbe superare i 5 grammi al giorno. "Su 100 grammi di prodotto, dunque in una confezione, troviamo 2 grammi di sale", precisa la dottoressa. Un quantitativo dunque un po' elevato per un solo alimento. Vengono classificati alimenti ad alto contenuto di sale quelli che ne hanno un quantitativo superiore a 1,2 grammi per 100 di prodotto. Insomma, informazioni particolarmente utili per coloro che ne fanno un uso eccessivo e per tutti quelli che si avvicinano con curiosità a un prodotto di largo consumo.